30.5.10

Segreti svelati.


(Sopra: il dettaglio di un banco)

Ecco cosa faccio nelle ore di matematica, più o meno da cinque anni a questa parte, per sfuggire alla noia e divertirmi un pò.
Per la mia gioia e, soprattutto, per quella dei bidelli.
E' un segreto personale che mi sembrava giusto rivelare, dopo tanti anni di onorato mestiere.

24.5.10

I walk this empty street...


Mike Dirnt.

Magari prima o poi mi metterò al lavoro sulla versione a colori.
Forse.
Se ne avrò voglia.

22.5.10

[Cronache di viaggio] Nella pancia della bestia.


Prima di cominciare vorrei davvero sapere il perchè di tutte le affermazioni poco dignitose nei confronti dell'Alitalia.
Va bene che non ho mai preso l'aereo prima e quindi mi rendo conto che il mio parere conta fino a un certo punto, fatto sta che non mi sono trovato affatto male.
La tratta si fa velocemente, c'è un buon servizio a favore dei passeggeri, il personale è disponibile e lasciano pure i biscottini al limone, quindi proprio non capisco cosa vada di traverso a tutti i bastian contrari.

Preso il mio posto, rigorosamente vicino al finestrino, mi allaccio per bene la cintura e guardo il bruttissimo video di presentazione, che prepara psicologicamente (o almeno dovrebbe) ai possibili casi di emergenza e al corretto comportamento da tenere in situazioni del genere.
Sono affondato nel mio sedile, quando una voce avvisa di spegnere i cellulari e sistemarsi per bene.
La partenza è lenta ma si recupera presto.
Vedere le nuvole dall'alto è un'esperienza fantastica, è come ritrovarsi a guardare un deserto completamente bianco.
E quando al momento dell'atterraggio le orecchie partono e si cominciano ad intravedere prima le montagne e poi i tetti delle abitazioni è sensazionale.
L'atterraggio vero è un dosso dietro l'altro, e pensare che anche le piste degli aerei sono martoriate di buche mi ha rallegrato la giornata.
Il viaggio non dura molto, un'ora e mezza e metto piede in Belgio.

Sono a Bruxelles.

Vado a ritirare la mia valigia in un clima completamente nuovo.
L'aereoporto è un continuo di scale mobili, e bisogna farsene cinque per arrivare al parcheggio.

Sono a Bruxelles.
Esco dall'aereoporto e piove a dirotto.
Mi accorgo di essere l'unico senza giacca.

Lassù qualcuno mi vuole bene per davvero.

Continua...

21.5.10

Quelli di Google son dei fighi.


Figata!
Auguri Pac, 30 anni e non sentirli.

Cassidy - L'ultimo Blues. 1 di 18.


Ogni volta che esce il primo numero di una nuova miniserie scatto sempre sull'attenti, dirigendomi verso l'edicolante di fiducia.
Il mio rapporto con le mini è molto buono, nel senso che sono favorevole all'iniziativa e cerco sempre di sondare il terreno, procurandomi almeno i primi numeri per vedere che aria tira e se è il caso di continuare o no.

Cassidy è la nuova miniserie Bonelli affidata a Pasquale Ruju e una fonita scuderia di disegnatori, tra vecchie conoscenze e nuovi arrivi, come Davide Furnò, Paolo Armitano, Elisabetta Barletta e Luigi Cavenago.
Si tratta fondamentalmente di una storia di vendetta, che parte da una rapina iniziata male e finita anche peggio.
Il protagonista si ritrova con un pò di pallottole in corpo e sul punto di morte quando riceve una seconda possibilità, che decide di sfruttare nel modo migliore.
Ai pennelli del primo numero troviamo Maurizio Di Vincenzo, che porta a casa una prova davvero buona, con più di un passaggio memorabile.
Per pronunciarmi meglio sulla qualità della serie anche dal punto di vista delle asceneggiatura preferisco aspettare qualche altro numero e vedere come si muovono le cose.
Nel frattempo posso dire che il noir della serie mi ispira, il suo essere apparentemente senza troppi fronzoli e l'atteggiamento anni 70 anche, il ritmo d'azione non è affatto male per questo primo numero e non troncare qui l'acquisto potrebbe già voler dire qualcosa di positivo.

Per ora la chiacchierata finisce qui, in attesa del secondo numero.

20.5.10

Scimmia mode On.



M'è salita una scimmia fresca fresca!

Se tutto va come dovrebbe questo gioco non mi farà uscire di casa, e sarò anche costretto a togliere tutta la polvere che si è acccumulata sulla fida 360 negli ultimi tempi.
Rockstar è una sicurezza, e l'idea di un GTA nel vecchio West mi esalta a livelli assurdi.
Già immagino cavalcate al chiaro di luna, gare di rutti nei saloon, almeno un bel mezzogiorno di fuoco e assalti a impotenti diligenze.
E' uno di quei casi in cui odio non saper aspettare, ma in fondo non è colpa mia se sono venuto su bello viziato.