8.3.08

Decisioni


Il Colonnello Heyes percorre con disinvoltura ma fermezza il lungo corridoio che unisce i due edifici che compongono la base militare.
C’è uno strano silenzio,abbastanza insolito in quel luogo,considerando anche il fatto che si sta avvicinando alle camerate delle reclute,quei giovani che hanno ancora molto da imparare e ai quali deve insegnare.
Lui,il Colonnello,ha 53 anni ed è in quel posto da quando ha memoria e,con il passare del tempo,degli anni,nella mente non gli è rimasto niente altro che la base militare,l’abitudine a dare ordini e il pensiero fisso della Patria,di cosa deve fare per servirla,o per servirla meglio.
Di una famiglia e di amici non ha bisogno,perché sono lussi che non si può concedere,sono lussi che non può neanche permettersi di pensare,dato che non avrebbe tempo per stare con chiunque non sia in quella base.
Preferisce i ragazzi da addestrare,piuttosto che un figlio da tirar su nel migliore dei modi.
E il Colonnello Heyes non è abituato a fare le cose a metà,o tutto o niente!
E’ questo il suo stile,il suo modo di fare,forgiato da anni di allenamenti,esercizi e azioni sul campo.
E,se ci pensa,non vuole neanche cambiare,il Colonnello Heyes.
Anche perché ci vorrebbe troppo tempo per cambiare,tempo di cui non dispone,perché ci sono i ragazzi che lo aspettano,giovanotti spaventati e strappati via dalla sicurezza delle loro case per andare in quel luogo,con l’obiettivo di diventare in grado di affrontare la vita,di stenderla e di non farsi mai trovare impreparati,perché sennò è finita.
Ha un duro compito,il Colonnello Heyes,ma la cosa gli piace e lo fa sentire utile,a se stesso e alla sua Patria.
E’ proprio a quest’ultima che pensa,mentre si avvicina sempre più alla porta che lo separa dai ragazzi.
Non sente ancora nulla,nessuno che parla,nessuno che ride,e la cosa gli pare abbastanza strana.
Solitamente,infatti,li trova sempre distesi sulle brande,tutti intenti a parlare delle loro esperienze.
Spesso,molto spesso,li trova a parlare di ragazze,quelle ragazze da cui da tanto tempo sono separati e che quindi ormai desiderano con ogni fibra del loro corpo.

Situazione che non ritrova adesso dato che,aperta la doppia porta,si trova davanti un paronama desolante,visto che la camerata,uno stanzone da 20 posti letto,è completamente vuota.
Non c’è neanche un’anima al suo interno.
Con fare convulso,il Colonnello Heyes esce dalla doppia porta per ripercorrere la strada a ritroso.
Non incontra nessuno,e la sua leggendaria fermezza inizia a vacillare.
Nella sua testa girano adesso un sacco di pensieri,di preoccupazioni.Vorrebbe trovare delle spiegazioni razionali alla cosa,ma non gli viene in mente nulla,tanta è la sua agitazione.
Tuttavia,la sua parte ancora razionale gli suggerisce che forse è meglio che non ci sia nessuno,così almeno non vedono il suo stato,non vedono come è ridotto in questo momento.
E i pensieri vanno a mille,probabili soluzioni si fondono ad altre che di probabile hanno ben poco.
Nel mentre,inizia anche a sudare,cosa che non gli capitava da tempo.Molto tempo.
Possibile che il vecchio Colonnello Heyes abbia…paura?
Egli non vuole accettarlo ma forse,in fondo,sa che potrebbe essere l’unica cosa.
Mentre è preda di tutti questi pensieri,ancora non si è accorto di aver girato tutta la base militare.
Non c’è anima viva,da nessuna parte.
Adesso è consapevole del fatto di essere rimasto solo,senza più nessuno al suo fianco.
E cos’è il Colonnello Heyes senza i suoi ragazzi preferiti,senza le sue vecchie abitudini.
La mano scivola fino ad afferrare ciò che la fondina nascondeva.
Trova una Colt S.A.A(Single Action Army).
La prende in mano e ripensa a tutte le situazioni in cui gli è servita,ripensa a tutta la gente che ha ucciso per salvarsi la pelle,e per servire la Patria.
Già che c’è,ripensa anche alla strana situazione che gli è capitata questa sera,e ancora non trova una soluzione.
Sa solo che ormai è solo e senza un posto dove andare,senza nessuno ad aspettarlo con l’ansia di rivederlo.
Punta la vecchia Colt alla testa.E’ freddo il metallo che preme sulla tempia.

Ripensa un attimo anche alla sua vita,alle diverse strade che avrebbe potuto prendere anche se forse,alla fine,non sarebbe cambiato nulla.

Fanculo a tutto e tutti.

Fanculo anche alla Patria.

BANG!!!

1 commento:

Antonio Rizzi ha detto...

Mamma mia Dave! mi hai stupito ancora una volta....prima con i stupendi disegni, quando vengo a casa tua ne vedo sempre nuovi e resto sempre molto meravigliato....ora anche con questa storia...proprio bella...eh...che altro dire, continua cosi che diventerai un grande...e poi mi porti in giro per il mondo con te...ok? :-D ciao!!!!!