E' il 25° (minchia come passa il tempo quando ci si diverte!) anniversario della serie Metal Gear e, in attesa dei nuovi progetti come un certo Ground Zeroes, è imminente l'uscita di Metal Gear Rising: Revengeance (in uscita dal 21 febbraio), titolo che di MG ha solo il nome, dato che sarà un hack-and-slash e quindi completamente diverso, come impostazione e ritmo di gioco, a qualsiasi altra produzione targata Kojima Productions.
Uno spin-off che ha Raiden come protagonista e, ricordiamolo, non è più il simpatico quanto ambiguo Raiden di Sons Of Liberty ma quello cazzuto quanto mortale di MGS4, il che fa una bella differenza.
Un titolo che dovrà inevitabilmente scontrarsi con altri esponenti del genere come Bayonetta e Devil May Cry, viste le simili meccaniche e opportunità di gioco. Kojima e il suo team, comunque, non sembrano preoccuparsi troppo, e nonostante non sia un vero e proprio Metal Gear Solid comunque la cura e l'attenzione ai più piccoli dettagli è quella di sempre.
Personalmente avrei preferito vestire i tecnologici panni di Gray Fox, ma chissà che non sia un personaggio sbloccabile...magari finendo il gioco alla difficoltà più alta. Sarebbe fantastico ma, al momento, siamo soltanto nel campo delle pure congetture.
Azione a più non posso, tanta varietà (la parola magica usata più di una volta dagli sviluppatori) e la possibilità di affettare qualsiasi cosa passi su schermo.
Io sarei felice anche così, ma chiaro che se ci aggiungono anche una sceneggiatura all'altezza, una buona storia e una colonna sonora da brivido non potrò che applaudire e umilmente prostrarmi.
Quelli qui sotto sono i boss che inevitabilmente dovremmo ridurre a fettine durante il nostro cammino.
No, purtroppo niente Shinkawa a questo giro.
Ma quant'è figo l'ultimo? |
1 commento:
Un approccio meno stealth e più votato all'azione è già apparso nel 4° capitolo della serie. Questo spin-off era (quasi) inevitabile.
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