19.10.08

...And Justice for All

Conosco il tipo, tu sei uno di quelli che pensano di sapere tutto, ho indovinato?
Beh, comunque credimi quando ti dico che non hai capito nulla. Hai ancora un sacco di cose da imparare.
E so anche che potrebbero sembrarti inutili le parole di un mezzo ubriacone, ma stammi a sentire ugualmente. Male che vada te ne andrai da qui con una storiella su cui riflettere.
E ne avrai da riflettere, giovanotto.
Parola di mezzo ubriacone.

Vedi, la gente pensa sempre che passerà una vita tranquilla, al sicuro da ogni pericolo. E la cosa sarebbe anche fattibile, a patto di essere nel giusto, di giocare dalla parte dei buoni.
Io ho un bel po’ di anni sulle spalle ormai, ed ho passato tutta la mia vita buttato in strada. Ti assicuro che quando cala il buio e non hai un posto al calduccio dove andare, un posto sicuro, capisci cosa vuol dire vivere.
Ti si apre la mente, e inizi a capire gli ingranaggi con cui gira il mondo.
Un mondo di merda, popolato da gente che definire balorda è fargli un complimento. E pure bello.
Bisogna capire in fretta come funziona, come vanno le cose da queste parti, e non puoi farlo finché non lo vedi almeno una volta.
Solo allora capirai che qui le cose che fai non le decidi tu, e che sei libero fino a un certo punto.
Devi essere consapevole anche del fatto che dopo la tua scelta sarà comunque lui a decidere per te. A questo punto potresti chiedermi che valore abbia la tua scelta, dato che alla fine non avrà poi tanto peso. Ma sbaglieresti a farmi questa domanda, perché da questa lui capirà le tue intenzioni, il tuo allineamento, i tuoi desideri e le tue volontà.
E agirà di conseguenza.
Alla fine, in base alla tua decisione, potrebbe sparire davanti ai tuoi occhi allo stesso modo in cui ti è apparso oppure potresti essere tu a sparire.
E quest’eventualità non sarebbe affatto divertente.
Io l’ho conosciuto, mi sono trovato davanti a lui pronto a fare la mia scelta. E se sono ancora qui evidentemente ho scelto bene. Ahahaha.
Ha deciso di portarmi con sé, quella sera, e ho avuto modo di vederlo all’opera, il suo modus operandi, il suo stile di vita.
E non è divertente neanche per lui, credo. Sai, da queste parti è conosciuto con una parola tanto semplice quanto basilare. Qui lo chiamano Justice.
Non ricordo niente della mia vita come mi ricordo di quella notte, te lo giuro, e so per certo che non la dimenticherò mai. La cosa strana è che per alcuni sia un eroe, mentre per altri è solo un bastardo impiccione. Secondo me sbagliano entrambi.
Non è un eroe, assolutamente no, ha la coscienza troppo sporca per esserlo.
E poi, comunque, non fa altro che eliminare tutta la feccia della società, no?! Voglio dire, se non hai nulla da temere, puoi continuare a vivere sonni tranquilli.
Per questo non me la sento neanche di condannarlo. O almeno, non dopo che mi ha raccontato la sua infanzia. Un’infanzia segnata da un padre ubriacone e dalle sue cinghiate.
Tante.
Troppe.
Il padre era sempre assente, troppo impegnato ad ubriacarsi in qualche bar di questa lurida città per poter badare alla moglie e a suo figlio. Però all’educazione ci teneva.
E’ per questo che, appena rientrato a casa, picchiava selvaggiamente la moglie e poi passava al bambino. Il togliersi la cinghia era un segnale. Un segnale di guai. Un segnale di dolore.
Justice ha vissuto i suoi primi quattordici anni di vita nel terrore più assoluto. Finché una sera, spiando la stanza dei genitori, vide il padre picchiare sua mamma, ubriaco come al solito.
Quella sera per poco non la uccise. Allora Justice capì che non aveva senso vivere nella paura, mentre ricordava suo padre blaterare qualcosa sul senso della giustizia, mentre calava la cinghia. E se c’era una giustizia avrebbe dovuto esserci anche stavolta.
Quella sera, senza alcun timore, salì sul letto dei genitori e soffocò il padre con la sua stessa cinghia. La stessa cinghia che tanto dolore aveva portato in quella famiglia finì anche per renderla libera.
Dopo questo scappò di casa, per diventare ciò che tutti conosciamo. Un’ombra nella notte, un fulmine in una tempesta, l’ultima cosa che vedono quelli che stanno dall’altra parte della sua barricata.
A lui non serve nessuno per portare avanti la sua crociata personale. E credo sia proprio questo a renderlo invincibile.

Tieni a mente tutte le cose che ti ho detto la prossima volta che uscirai. Sappi che lui è sempre lì, che ci guarda. Ci osserva e aspetta.
Perché la strada non è un posto in cui si gioca. Piuttosto è un grande territorio di caccia. Il suo territorio di caccia.
La prossima volta che devi prendere una decisione prenditi un po’ di tempo per pensarci, finché sei in tempo.
Altrimenti lui verrà a trovarti.

E sarà Giustizia per tutti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

bellissimo......komplimenti...senza parole........se proprio nn sarai 1 fumettista..potresti diventare 1 scrittore.....veramente komplimenti...ciao emy