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22.3.13

The Walking Dead : Survival Instinct



Insomma, The Walking Dead: Survival Instinct, il videogioco basato sulla celebre serie tv e ambientato prima degli eventi in questa narrati, che ci mette nei panni di Deryl impegnato a sopravvivere durante le prime fasi dell'epidemia zombie, mentre le strade si riempiono di carne morta e affamata, è uscito nei negozi proprio oggi, giusto in tempo per racimolare voti pessimi tra capo e collo e uscendo di scena, molto probabilmente, nello stesso mormorio con il quale era stato annunciato.

Sono da sempre del parere che uno sterile voto a fondo pagina, cartacea o web che sia, non serva a molto se non è corredato da una bella descrizione che ne elogia i pro e ne sottolinea i contro, ma del resto se i motivi per cui comprare un qualsiasi gioco (ma anche un film, un cd, qualunque cosa) oppure lasciarlo tranquillamente a prendere polvere sugli scaffali dei negozi sono scritti chiaramente un voto a fine articolo potrebbe tranquillamente non esserci.
Ecco, questo è il mio pensiero, sintetizzato al massimo per non perdere di vista il soggetto principale di questo post, che è e deve rimanere Survival Instinct.
Questa piccola deviazione mi è vitale però per dire che in questo caso, fosse anche solo questo, il voto ci sta tutto, perché un 3 preso da Polygon e un paio di 4/5 assegnati rispettivamente da IGN e Game Informer qualcosa significano.


Significano che un titolo del genere non dovrebbe essere preso in considerazione neanche dai maniaci di TWD in tutte le sue salse, figurarsi da tutti gli altri videogiocatori.
Un gioco talmente arretrato tecnicamente e scarno graficamente che sembra essere una conversione Wii mal riuscita di un titolo Ps2, pochissime possibilità di scelta e zero interazione con l'ambiente circostante, lineare fino allo sfinimento e giocabilità non pervenuta, senza contare che molto probabilmente, tolta la prima mezz'oretta di gioco, non lo riprenderete più in mano.

Un vero peccato visto gli spunti interessanti che, se curati meglio, avrebbero sicuramente portato a un gioco godibile da tutti e non solamente dagli irriducibili senza paura e senza vergogna.
Consigliabile solamente a chi ama sbloccare Trofei e achievement senza troppa fatica, e anche in questo caso solamente se lo trovate a una decina di euro in digitale o su qualche scaffale dell'usato.

P.S.
 Per chi ha comunque voglia di zombie, sempre rimanendo in tema The Walking Dead, una valida -e sicuramente più divertente- alternativa è rappresentata dal TWD: The Game marchiato Telltale, che tra l'altro a breve vanterà l'arrivo dei sottotitoli in italiano (al momento la lingua è inglese sia nel doppiaggio che nei sottotitoli). Soldi spesi sicuramente meglio.



6.7.12

[Serie TV] The Walking Dead - Season 2

Contro qualsiasi pronostico e aspettativa mi tocca dire che questa seconda stagione di TWD mi è piaciuta molto di più della prima, anche se era decisamente più facile migliorare qualcosa piuttosto che peggiorare.
Mi piace pensare che gli autori si siano impegnati nell'ascoltare tutte le critiche mosse al loro operato e, penna e blocco note alla mano, abbiano segnato le tante cose no e le poche cose sì.

L'inizio della seconda stagione mi ha appassionato e convinto come l'intera prima season: poco.
Questo però vale "solo" per le prime nove puntate, infatti dal nono episodio, dal titolo esplicativo di Grilletto Facile, fino all'ultimo, il tredicesimo, viene stravolto quasi tutto: il ritmo cambia, le sparatorie si sprecano e la tensione verso qualcosa destinata a succedere fin dall'inizio cresce prepotente di puntata in puntata.
Ed ecco che Rick diventa quasi un protagonista, e la caratterizzazione di alcuni dei personaggi diventa di colpo più ricca, tranne Lori, che invece diventa quello peggio utilizzato.

Nel complesso succede quello che doveva succedere e, strano a dirsi, si arriva finalmente a vedere una moltitudine di cadaveri ambulanti in scena.
Alla fine di questa seconda season le cose sono di nuovo cambiate radicalmente, e i disperati sopravvissuti sono ancora alla ricerca di un posto sicuro nel quale trovare rifugio, che stavolta potrebbe non essere troppo lontano.

Queste le basi della terza stagione, che sicuramente guarderò con maggior interesse rispetto a come ho iniziato a guardare la seconda.
Certo, in molte puntate il ritmo resta quello soporifero a cui ci ha già ampiamente abituato la prima season, e non mancano nemmeno situazioni e dialoghi imbarazzanti -vedi alcuni personaggi secondari che spariscono letteralmente (vedi T-Dog, inutile almeno quanto il figlio di Hershel, che scompare senza che nessuno se ne accorga, tanto è indifferente) per poi ripresentarsi giusto due o tre volte nel corso di tredici episodi, oppure i proiettili infiniti della doppietta usata dall'Hershel di cui sopra.

Tutto sommato questa season mi è piaciuta -e mi ha convinto- più della prima, e almeno la seconda metà riesce quasi a compensare le tante (ma tante) lungaggini accumulate in questi due anni.

7.6.12

The Walking Dead: 100 di questi albi!

Nell'ormai lontano 2003 nelle edicole americane si affacciava un fumetto che molto probabilmente era un vero e proprio desiderio, tenuto per troppo tempo soffocato, di tutti gli amanti di cadaveri ambulanti, frattaglie putrescenti e pallottole ben piantate nella zucca.
Grazie a quelle poche pagine pubblicate di volta in volta, edite dalla Image, orde di appassionati placavano la loro sete di zombie, sete destinata a crescere di volta in volta, albo dopo albo.
Quel fumetto era, neanche a dirlo, The Walking Dead, che ormai è arrivato al prestigioso traguardo del numero cento, e c'è la certezza che Robert Kirkman ha creato qualcosa di ben più grande di un semplice racconto di zombie.

Il fumetto ha riscosso un enorme successo, molto più grande della più rosea delle aspettative immaginabili dagli autori e adesso, dopo nove anni di onorato servizio, ad affiancare gli albi c'è la serie tv, che nonostante alcuni problemi ha avuto comunque un riscontro più che positivo, arrivata ora alla terza stagione, un romanzo scritto dallo stesso Kirkman, un gioco da tavolo, le action figures tanto care agli americani e persino un videogioco.

Ultimo ma non ultimo arriva questo numero cento, atteso da tutti con la bava alla bocca, tutti in attesa di un qualche altro colpo di scena oppure di una morte inaspettata.

A quanto pare il 100esimo numero sarà, a detta del creatore, oltre ad un traguardo molto importante, l'albo più sconvolgente e cruento mai letto finora, oltre a contenere qualcosa che nessuno potrebbe aspettarsi, e chi non si perde neanche un albo del fumetto di The Walking Dead sa bene che questa non è di certo una dichiarazione da poco.

Per l'occasione sono state realizzate molte variant cover ad opera di alcune star del fumetto americano.
Quella qui sotto è la carrellata delle copertine, partendo da quella firmata da Charlie Ardlard, disegnatore di tutti i numeri della serie cartacea esclusi i primi sei albi:

Marc Silvestri, con un'idea di copertina molto azzeccata, che rientra di botto tra le mie preferite di queste variant:

Ryan Ottley

Frank Quitely

Sean Phillips

Bryan Hitch

Todd McFarlane, anche lui desideroso di mettere la propria firma su un mattoncino facente parte di quella grande e solida costruzione che risponde al nome di The Walking Dead.