29.9.08
Per tutti i diavoli, che mi siano ancora alle costole?
Copio e incollo dal sito della Sergio Bonelli Editore :
Per molti le rovine della missione di San Joaquin non sono che un cumulo di pietre erose dal vento. Ma per Tex è un luogo che evoca lontani ricordi che portano la sua mente al periodo più felice della sua vita, quello in cui cavalcava a fianco della dolce Lilyth. Proprio tra le mura di quella missione, i due hanno infatti vissuto una terribile avventura, che ha rischiato di spezzare anzitempo il loro legame. È lì che l’orgoglioso e spietato apache Cuervo Malo li ha stretti d’assedio con la sua torma di rinnegati, costringendoli a una disperata resistenza!... Seduto intorno al fuoco, in compagnia dei suoi pards, Tex racconta un frammento del suo passato che fino a oggi non aveva mai rivelato!
Questa è la trama dell'albo che festeggia i sessant'anni del nostro ranger preferito, su sceneggiatura di Nizzi e Civitelli ai disegni.
Albo straordinariamente a colori, nonostante la mancanza di un doppio zero, ma non importa, l'importante è che sia il degno compleanno di uno tra i maggiori personaggi del fumetto italiano.
Più ci penso e meno mi sembra vero.
Sessant'anni. Una bella cifra.
E pensare che un sacco di gente è cresciuta con Tex, con le sue atmosfere, con i suoi duelli e con le scazzottate nei saloon.
Tex ha segnato anche la mia infanzia, grazie ad una persona che oggi non c'è più, ma che rimarrà per sempre viva nei miei ricordi.
Chiamerò questa persona F.
F aveva una grandissima collezione di Tex, era l'unica cosa che leggeva, oltre alla Gazzetta dello Sport e a qualche quotidiano vario.
Io ai tempi ero piccolino (non ricordo precisamente l'età, ma di sicuro avevo meno di dieci anni) e bazzicavo spesso per casa sua.
Ricordo benissimo l'enorme pila di Tex che teneva in ordine sul tavolino in salotto, pila da cui ogni tanto prelevavo qualche pezzo. Il giorno in cui la vidi mi parve una specie di tesoro.
Ero rimasto affascinato da quel cazzutissimo ranger che riusciva a far tutto.
Riusciva a uscire dalle situazioni più complicate e a eliminare un sacco di brutti ceffi grazie alle sue Colt.
Da quel giorno non riuscivo più a farne a meno, volevo e dovevo leggerne sempre di più. E F non era affatto scocciato da questo, anzi, mi incoraggiava e me li prestava pure.
E, in cuor mio, non smetterò mai di ringraziarlo per questo.
Credo che sia anche merito suo se oggi ho uno scopo, un'obiettivo da raggiungere, un qualcosa da realizzare.
Dovete sapere che le mie prime letture erano a base di Tex e Diabolik. Topolino e tutti gli altri vennero dopo.
Un percorso un pò strano, dunque, ma tant'è.
E' il mio, quindi un pò strano sarebbe davvero il minimo. Ma di questo parlerò in qualche altro post, che per oggi ho già divagato a sufficienza.
p.s.
Comprate questo numero, se non s'è capito :asd:
Anche perchè in allegato c'è "Il Massacro di Goldena", un romanzo di G.L.Bonelli arricchito dalle illustrazioni di Aldo Di Gennaro. E sempre al solito prezzo.
p.s.2
Auguri, satanasso!
27.9.08
Ma cosa volete che siano?
Ma che mondo sarebbe senza Maccio Capatonda?!
Senz'altro uno dei miei registi preferiti!
Etichette:
Cazzate varie
25.9.08
[RECE] Death Magnetic - Metallica
Uscito il 12 settembre, questo Death Magnetic è il nono album in studio della band, ma il primo che vede Robert Trujillo al basso e prodotto da Rick Rubin.
Possiamo definire l’ultima fatica del gruppo un concept album, dato che molti dei testi ruotano intorno al tema della morte.
I Metallica tentano un ritorno alle origini, dopo il mezzo passo falso rappresentato da St. Anger. Rick Rubin ha sicuramente contribuito parecchio in questo ritorno al passato.
Infatti le sonorità sono tornate al livello di quelle ascoltate in Master Of Puppets e…And Justice for All, con tracce molto lunghe, dalla media di 7min e 30secondi ciascuna.
L’album si presenta abbastanza vario, con riff d’altri tempi (non che sia un male, anzi).
The Day That Never Comes è il primo singolo dell’album, probabilmente quello che più ricorda…And Justice for All .
All Nightmare Long è bellissima, un viaggio nell’incubo che parte lento per poi esplodere rivelandosi per quello che è, un pezzo in pieno stile Metallica.
Anche Judas Kiss è senza ombra di dubbio tra i pezzi più belli dell’album, uno di quelli il cui ascolto fa partire la testa in automatico.
Cyanide e The Unforgiven III sono gli unici due pezzi che mi hanno fatto storcere il naso, anche se potrebbero piacere.
Death Magnetic conta dieci tracce e manca di una title-track.
Spendiamo quattro parole anche sui componenti del gruppo.
Di Trujillo si può parlare solo in toni positivi, James Hetfield è parecchio invecchiato, come dimostra la sua voce, molto diversa rispetto ai primi lavori.
Ulrich pesta sulla batteria con i soliti ritmi rodati, che dimostra di conoscere alla perfezione, mentre Hammett varia e anche parecchio.
In sostanza pare che i Tallica non siano particolarmente ispirati, ma che riescano comunque a rullare per esperienza.
L’ascolto rimane un obbligo, e probabilmente è questo uno dei punti di forza di una band che, nonostante gli anni sul groppone, dimostra di essere viva.
O perlomeno di essere presente all’appello.
Possiamo definire l’ultima fatica del gruppo un concept album, dato che molti dei testi ruotano intorno al tema della morte.
I Metallica tentano un ritorno alle origini, dopo il mezzo passo falso rappresentato da St. Anger. Rick Rubin ha sicuramente contribuito parecchio in questo ritorno al passato.
Infatti le sonorità sono tornate al livello di quelle ascoltate in Master Of Puppets e…And Justice for All, con tracce molto lunghe, dalla media di 7min e 30secondi ciascuna.
L’album si presenta abbastanza vario, con riff d’altri tempi (non che sia un male, anzi).
The Day That Never Comes è il primo singolo dell’album, probabilmente quello che più ricorda…And Justice for All .
All Nightmare Long è bellissima, un viaggio nell’incubo che parte lento per poi esplodere rivelandosi per quello che è, un pezzo in pieno stile Metallica.
Anche Judas Kiss è senza ombra di dubbio tra i pezzi più belli dell’album, uno di quelli il cui ascolto fa partire la testa in automatico.
Cyanide e The Unforgiven III sono gli unici due pezzi che mi hanno fatto storcere il naso, anche se potrebbero piacere.
Death Magnetic conta dieci tracce e manca di una title-track.
Spendiamo quattro parole anche sui componenti del gruppo.
Di Trujillo si può parlare solo in toni positivi, James Hetfield è parecchio invecchiato, come dimostra la sua voce, molto diversa rispetto ai primi lavori.
Ulrich pesta sulla batteria con i soliti ritmi rodati, che dimostra di conoscere alla perfezione, mentre Hammett varia e anche parecchio.
In sostanza pare che i Tallica non siano particolarmente ispirati, ma che riescano comunque a rullare per esperienza.
L’ascolto rimane un obbligo, e probabilmente è questo uno dei punti di forza di una band che, nonostante gli anni sul groppone, dimostra di essere viva.
O perlomeno di essere presente all’appello.
Etichette:
Rockn'Roll
22.9.08
20.9.08
Old Boys, old tricks
Una roba scritta per il contest di un forum.
Scopo del contest era il creare una storia in cui qualcuno morisse tenendo in mano un Piripinzilo, un qualcosa che doveva essere presente nella storia ma di cui non bisognava dare nessuna indicazione circa il suo funzionamento o la sua utilità.
In poche parole il Piripinzilo potrebbe essere qualsiasi cosa.
Era una giornata come tante altre all’ ospizio “Old Boy”, uno dei pochi luoghi dove pace e serenità la fanno ancora da padrone, nonostante i tempi caotici in cui viviamo.
Quel giorno c’era un sole che spaccava le pietre, mentre all’interno dell’edificio era tutto come al solito, tutto tranquillo.
In totale c’era una dozzina di vecchietti, più qualcuno che occasionalmente andava e veniva, ma solitamente moriva.
Era piccolino l’ Old Boy, ma aveva tutto l’occorrente per essere accogliente.
Un’allegra combriccola di vecchietti, un’infermiera manesca e irascibile e un sacco di tempo da trascorrere.
A pensarci bene, è proprio il tempo il nemico peggiore degli anziani. Ma all’Old Boy è un nemico che viene sconfitto regolarmente.
C’è chi gioca a scacchi, chi preferisce le carte, chi guarda la TV, chi prova addirittura a fare camminate di sessanta metri e chi sta allungato sul letto per tutto il giorno, disturbato dalle urla e dai richiami dell’infermiera Mary, una delle donne più burbere che abbia mai visto.
Ma lei lo fa per il bene dei suoi pazienti, o almeno così dice.
Quel giorno, al solito, c’era chi giocava e chi vegetava. Nick stava seduto sul bordo del letto, intento a guardare fuori dalla finestra. Nulla di interessante.
A un tratto si alzò, con uno scatto improvviso. Tipo strano, quel Nick. Simpatico, certo, ma strano. Ad alcuni stava antipatico, ma non si può essere simpatici a tutti, no?
Credo che il motivo di tanta antipatia fosse il suo Piripinzilo. D’altra parte lui ne parlava sempre, ne era come ossessionato.
Quel Piripinzilo, una volta lo vidi anch’io. Una cosa impressionante. Mai vista una roba del genere. Le donne lo sognavano e gli uomini lo invidiavano.
Ma torniamo a quel giorno, quello in cui si alzò di scatto. Tutti si voltarono verso di lui, che non degnò nessuno di uno sguardo.
Nick non ce la faceva più, aveva 73 anni, e non voleva finire come tutti quegli altri, che non sanno se sono loro ad ammazzare il tempo o se è lui che, pian piano, li sta uccidendo.
Non lui, con il suo glorioso passato da idraulico, uno dei più famosi, uno dei più pagati. Il suo segreto era proprio il Piripinzilo, ma non lo avrebbe ammesso con nessuno. Ne parlava spesso, questo sì, ma lo faceva proprio per tenerlo al di sopra di ogni sospetto.
Del resto, se uno ti parla sempre di una cosa, non penseresti mai che sia quello il suo più grande segreto, giusto?
Doveva pensarla proprio così, il vecchio Nick. In fondo voleva solo sentirsi utile.
Quel giorno prese una copia di Penthouse dalla nutrita collezione di Hugh, un altro dei simpatici vecchietti residenti all’ Old Boy e andò a chiudersi a doppia mandata nel vecchio bagno, dove da un paio di settimane c’era un fetore tremendo, colpa di un paio di tubi rotti.
E nessuno che li aggiustasse. Una vera vergogna.
Nick osservò attentamente cercando di capire l’entità del danno, per passare poi a qualcuno dei suoi rimedi artigianali, con i pochi strumenti che aveva a disposizione.
Poi si ricordò del suo Pirpinzilo.
Lo prese e rimase un po’ di tempo a fissarlo, era come se brillasse di luce propria
Iniziò a dare dei Rapidi colpi di mano, aumentando sempre più la velocità, sempre in crescendo. Tutto il suo corpo iniziò a vibrare intorno al suo Piripinzilo, a diventare un tutt’uno con il suo Piripinzilo. Emozioni a cui non era più abituato. D’altronde non aveva neanche più il fisico per certe cose.
Ma a un certo punto, vuoi per un infarto, vuoi per una pozza d’acqua su cui scivolò o per tutte e due le cose contemporaneamente, Nick cadde picchiando violentemente il cranio contro il pavimento.
Lo trovarono così, il povero Nick, allungato su quel lurido pavimento, con un’espressione di stupore dipinta sul volto e con il Piripinzilo ancora stretto saldamente nella mano destra.
Scopo del contest era il creare una storia in cui qualcuno morisse tenendo in mano un Piripinzilo, un qualcosa che doveva essere presente nella storia ma di cui non bisognava dare nessuna indicazione circa il suo funzionamento o la sua utilità.
In poche parole il Piripinzilo potrebbe essere qualsiasi cosa.
Era una giornata come tante altre all’ ospizio “Old Boy”, uno dei pochi luoghi dove pace e serenità la fanno ancora da padrone, nonostante i tempi caotici in cui viviamo.
Quel giorno c’era un sole che spaccava le pietre, mentre all’interno dell’edificio era tutto come al solito, tutto tranquillo.
In totale c’era una dozzina di vecchietti, più qualcuno che occasionalmente andava e veniva, ma solitamente moriva.
Era piccolino l’ Old Boy, ma aveva tutto l’occorrente per essere accogliente.
Un’allegra combriccola di vecchietti, un’infermiera manesca e irascibile e un sacco di tempo da trascorrere.
A pensarci bene, è proprio il tempo il nemico peggiore degli anziani. Ma all’Old Boy è un nemico che viene sconfitto regolarmente.
C’è chi gioca a scacchi, chi preferisce le carte, chi guarda la TV, chi prova addirittura a fare camminate di sessanta metri e chi sta allungato sul letto per tutto il giorno, disturbato dalle urla e dai richiami dell’infermiera Mary, una delle donne più burbere che abbia mai visto.
Ma lei lo fa per il bene dei suoi pazienti, o almeno così dice.
Quel giorno, al solito, c’era chi giocava e chi vegetava. Nick stava seduto sul bordo del letto, intento a guardare fuori dalla finestra. Nulla di interessante.
A un tratto si alzò, con uno scatto improvviso. Tipo strano, quel Nick. Simpatico, certo, ma strano. Ad alcuni stava antipatico, ma non si può essere simpatici a tutti, no?
Credo che il motivo di tanta antipatia fosse il suo Piripinzilo. D’altra parte lui ne parlava sempre, ne era come ossessionato.
Quel Piripinzilo, una volta lo vidi anch’io. Una cosa impressionante. Mai vista una roba del genere. Le donne lo sognavano e gli uomini lo invidiavano.
Ma torniamo a quel giorno, quello in cui si alzò di scatto. Tutti si voltarono verso di lui, che non degnò nessuno di uno sguardo.
Nick non ce la faceva più, aveva 73 anni, e non voleva finire come tutti quegli altri, che non sanno se sono loro ad ammazzare il tempo o se è lui che, pian piano, li sta uccidendo.
Non lui, con il suo glorioso passato da idraulico, uno dei più famosi, uno dei più pagati. Il suo segreto era proprio il Piripinzilo, ma non lo avrebbe ammesso con nessuno. Ne parlava spesso, questo sì, ma lo faceva proprio per tenerlo al di sopra di ogni sospetto.
Del resto, se uno ti parla sempre di una cosa, non penseresti mai che sia quello il suo più grande segreto, giusto?
Doveva pensarla proprio così, il vecchio Nick. In fondo voleva solo sentirsi utile.
Quel giorno prese una copia di Penthouse dalla nutrita collezione di Hugh, un altro dei simpatici vecchietti residenti all’ Old Boy e andò a chiudersi a doppia mandata nel vecchio bagno, dove da un paio di settimane c’era un fetore tremendo, colpa di un paio di tubi rotti.
E nessuno che li aggiustasse. Una vera vergogna.
Nick osservò attentamente cercando di capire l’entità del danno, per passare poi a qualcuno dei suoi rimedi artigianali, con i pochi strumenti che aveva a disposizione.
Poi si ricordò del suo Pirpinzilo.
Lo prese e rimase un po’ di tempo a fissarlo, era come se brillasse di luce propria
Iniziò a dare dei Rapidi colpi di mano, aumentando sempre più la velocità, sempre in crescendo. Tutto il suo corpo iniziò a vibrare intorno al suo Piripinzilo, a diventare un tutt’uno con il suo Piripinzilo. Emozioni a cui non era più abituato. D’altronde non aveva neanche più il fisico per certe cose.
Ma a un certo punto, vuoi per un infarto, vuoi per una pozza d’acqua su cui scivolò o per tutte e due le cose contemporaneamente, Nick cadde picchiando violentemente il cranio contro il pavimento.
Lo trovarono così, il povero Nick, allungato su quel lurido pavimento, con un’espressione di stupore dipinta sul volto e con il Piripinzilo ancora stretto saldamente nella mano destra.
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Cose Mie
15.9.08
Sperimentazioni...
Perchè bisogna sempre tentare strade nuove, e mi hanno insegnato che solo quando ti fermi è finita.
E io non ho affatto intenzione di fermarmi, questo è certo.
Inoltre sto scoprendo una passione indicibile per i retini, quindi per un pò mi sa proprio che dovrete sorbirveli.
10.9.08
A Panda piace...
Accolta la chiamata alle armi del Rrobe !!
E poi come si può rimanere indiferrenti di fronte al Panda di Giacomo Bevilacqua?
Semplice, non si può!!
E poi come si può rimanere indiferrenti di fronte al Panda di Giacomo Bevilacqua?
Semplice, non si può!!
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piovono panda
9.9.08
7.9.08
[RECE] All Hope is Gone- Slipknot
Sono tornati, sono tornati!
E direi che era anche ora, dopo quattro anni.
I sinistri nove tornano con questo All Hope is Gone, l’album con le sonorità più cupe e violente, quello più potente, a detta loro.
Ma in realtà le cose stanno un po’ diversamente.
Chiariamoci subito, non è un disco brutto, pessimo o quant’altro, non è quello che ci è stato promesso, ma comunque poco importa quando si ha un prodotto discreto tra le mani.
L’ascolto inizia con Execute, una breve ma intensa intro, passando poi per Gematria, Sulfur e Psychosocial, un pezzo trascinante, dal ritmo veloce e dall’atmosfera distorta, sicuramente uno dei migliori di AHIG ( il migliore ?).
Il viaggio prosegue con Dead Memories, Vendetta e Butcher’s Hook, che dopo Psychosocial sono ascolti deludenti.
Con Gehenna la situazione torna alla normalità, anche se forse, con i suoi 7 minuti, scade nell’eccessiva lunghezza.
Seguono This cold Black, Wherein Lies Continue, Snuff e All Hope is Gone, la title-track.
Come già detto l’album non è da buttare, ma neanche da mettere sull’altarino circondato da candele profumate.
Inoltre è uno di quelli che migliorano con l’ascolto, perché se lo si accantona dopo il primo ascolto è finita.
Alcuni pezzi sono buoni, altri meno.
In generale, siamo sicuramente sopra la sufficienza, ma magari i fan dei Knot speravano, a ragione, in qualcosina di più.
Ah, l’edizione limitata conta tre pezzi in più : Children of Burning Time, una versione remixata di Vermilion Pt.2 e Till We Die, tre brani di cui comunque non si sarebbe sentita la mancanza.
Questa è la tracklist:
1. Execute (01:49)
2. Gematria (The Killing Name) (06:02)
3. Sulfur (04:38)
4. Psychosocial (04:42)
5. Dead Memories (04:29)
6. Vendetta (05:16)
7. Butcher's Hook (04:15)
8. Gehenna (06:53)
9. This Cold Black (04:40)
10. Wherein Lies Continue (05:37)
11. Snuff (04:36)
12. All Hope Is Gone (04:45)
13. Child of Burning Time (05:10) (bonus track)
14. Vermilion Pt. 2 (Bloodstone mix) (03:39) (bonus track)
15. Til We Die (05:46) (bonus track)
3.9.08
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