3.12.12

Sul caso Sallusti



Sono senza parole, cosa che non succede spessissimo.

Onestamente trovo davvero assurdo che in un Paese che ama definirsi civile e libero come il nostro succeda che un giornalista venga condannato a tredici mesi di reclusione per diffamazione.
In teoria l'informazione non dovrebbe mai essere soggetta a limitazioni di alcun genere, perché un pensiero a metà non ha molta ragione di essere. Scrivendo in genere non muore nessuno, al contrario di chi si mette al volante ubriaco oppure chi rapina/mena/stupra/affetta/getta in un pozzo qualche altro poveraccio.

Sono del parere che una diffamazione di qualsiasi tipo debba essere punita con una condanna pecuniaria. Mi hai diffamato, mi risarcisci dei danni morali e siamo tutti contenti, ma poi è finita.

Certo, il pezzo sotto esame vedeva diffamato un giudice, a dimostrazione di come la giustizia non sia uguale per tutti manco per il cazzo, però c'è da sottolineare che stiamo parlando di un articolo pubblicato su un giornale come Libero, dove alcune uscite più o meno corrette sono all'ordine del giorno, ma vabè, su questo sorvoliamo.

Mi sembra fuori dal mondo che un giornalista o chiunque esso sia si ritrovi a dover subire una violenza come lo è l'essere costretto ai domiciliari solamente per qualcosa che si è scritto, mentre chi fa e meriterebbe quindi cose ben peggiori si ritrova fuori dal carcere prima di subito.
E' una cosa che mi indigna e mi fa incazzare.

Se proprio c'è la volontà di cambiare quello che ci succede intorno forse sarebbe un buon inizio cominciare proprio da una cosa come questa, che si inizia mettendo un giornalista in stato di arresto per una diffamazione e non si sa come finisce.