16.4.11

13.4.11

Di scelte difficili, fascicoli sparsi e micragnosi allegati


Quando al liceo artistico, giunto alla fine del secondo anno, mi trovai davanti alla “temibile” scelta del corso da prendere per cercare di passare un triennio che fosse stimolante, che mi spingesse a fare e a dare del mio meglio, presi grafica senza troppi indugi. Ora, va bene che le uniche strade possibili erano due, grafica o restauro (manco la finestra dalla quale buttarsi, nella circostanza), ma c’è chi sulla scelta da fare ci si scervella veramente parecchio. Dal mio punto di vista, però, farsi problemi sulla scuola e qualsiasi cosa la riguardi mi è sempre sembrato inutile e poco produttivo: un percorso personale bisogna farlo, crescendo e sbagliando si impara quello che c’è da imparare veramente, mentre la scuola a tutto questo aggiunge poco o nulla.

Mi è sempre piaciuto scappare dalle imposizioni, m’è sempre sembrato naturale. Le persone danno il meglio quando non sono imprigionate in rigidi schemi, in gabbie predefinite oltre le quali non si può neanche guardare. Ma sto divagando troppo, cosa che puntualmente succede ogni volta che sciolgo le briglie.

Tutto questo per dire che ho fatto la mia scelta e me la sono portata avanti, difendendo la causa quando se ne presentava la necessità. Adesso la scuola è finita già da un po’, e quello che ho imparato di qua e di là cerco di applicarlo al mondo del fumetto, al mio mondo del fumetto, quello personale e sempre in fase di sperimentazione.
E’ da un pò, a dirla tutta da quando è uscita, che sto seguendo Graficamente, un corso di grafica per la pubblicità, la stampa ed il glorioso web sempre a cura della DeAgostini. Di numero in numero noto, alle volte con piacere e altre volte no, come l’infarinatura generale che mi porto dietro sugli argomenti trattati, e dove quest’infarinatura manca cerco di metterci rimedio. Mi piace “rubacchiare” tutt’intorno e restringere tutto ai miei scarabocchi e alle cose che partorisco.
Tornando a Graficamente mi tocca dire che è un corso fatto bene, di qualità, che insegna come il comunicare sia la base di tutto, e che qualsiasi mezzo capace di emozionarci parte dallo stesso cortile, dallo stesso linguaggio, che di volta in volta cambiamo in base alle nostre esigenze e al “come” vogliamo raccontare quello che raccontiamo. Ovviamente non è un corso che insegna tutto e non vi farà diventare grafici provetti se del campo non avete mai masticato nulla, però offre parecchi spunti su cui costruire altro, che poi è questa la cosa che più mi prende.
La penultima uscita (in questo momento ho sottomano l’ottavo fascicolo), in modo particolare, mi ha spinto a farmi una domanda su cui onestamente ancora sto rimuginando.

Ma quanto è brutto trovare una matita in allegato a una cosa del genere?
Sul serio, quanto?
Non so se sono io o cosa, ma è veramente una cosa da paese non civilizzato.

5.4.11

Giannizzero nero


Dago, quasi tutto partorito da una bic e un paio di pennellate digitali.

4.4.11

Di animali vari e altre cosacce...


Dalla regia mi avvisano che il nuovo numero di Animals gira già nelle migliori edicole.
Accattatevillo!

3.4.11

Tic tic tic tic


Come cavarsela con poco in qualsiasi circostanza.
Che poi c'è ancora chi dice che scarabocchiare qualcosina non serve a nulla.
Massì, lasciamoli parlamentare questi poveri stronzi, sennò poi, poverelli, si annoiano pure.
Baci e abbracci come se piovessero, di nuovo.

P.s.
Originariamente il disegnino avrei dovuto postarlo il 31 marzo, ma visto che ho avuto decisamente di meglio da fare provvedo soltanto ora.
Non me ne vogliate troppo che per me siete sempre piezz'e core.

2.4.11

Resa dei conti.


E così una bella mattina, quasi all'improvviso se solo non fosse che sei costretto ad esserne pienamente consapevole, ti svegli e di anni ne hai 21.
Non so se magari succede anche a qualcun altro, ma a me capita, una volta arrivato a una sorta di "traguardo" come può essere un compleanno oppure la fine dell'anno, per dire, di fermarmi un attimino e dare una sbirciata indietro, a tutto quello che di buono e di brutto è capitato durante l'arco di tempo preso sotto esame.

Una guardata alle spalle ma anche tutt'intorno, sennò si rischia sempre di perdere qualcosa.
Ed è durante questa riflessione che mi accorgo della piega che prende la vita e prendo io, di chi c'è realmente a sostenermi e a raccogliere i miei pezzi quando ce n'è bisogno e di chi invece fa solo finta, gli stessi che poi inspiegabilmente non si spiegano perchè vengono trattati con sufficienza dalla maggior parte delle persone. Del resto non sono tutti protagonisti, esistono anche le comparse e non c'è poi nulla di male, purchè non si rompano i coglioni al prossimo.
Mi rendo pienamente conto di quali sono le cose realmente importanti per me, le cose che mi spingono e mi stimolano ad andare avanti facendo sempre del mio meglio per non fare del mio peggio.
E godo non poco a vedere che le persone realmente importanti della mia vita ci sono sempre e sono sempre le stesse facce, sempre amichevoli, sempre amorevoli, sempre pronte a metterci la faccia e anche il culo, sempre pronte a darmi un rene anche nelle non poche circostanze in cui mi comporto bellamente da stronzo, mio malgrado.

Nomi non serve metterne, che tanto Voi avete già capito, già sapete. E cazzo se sono fortunato ad avervi dalla mia parte.

Grazie per riempirmi la vita, grazie di cuore.