16.2.11

Dampyr 130 - La Casa delle Cicogne


Okok, non accalcatevi a dirmi che è un albo di gennaio e che quindi avrebbe dovuto trovare il suo spazio sul blog più o meno un mesetto fa perchè già lo so da me, ma a causa di impegni vari e della solita pila di fumetti e libercoli vari che mi aspetta ogni volta che torno a casa (e che non sembra mai diminuire) l'ho letto solo da poco, e visto che ho voglia di condividere le mie impressioni questo post è d'obbligo.

La Casa delle Cicogne è un numero parecchio importante, e lo è per un bel pò di persone.
E' importante per Harlan Draka, che qui si ritrova a doversi muovere tra sentimenti, passioni, passato e follia, per Alessio Fortunato, qui al suo esordio in casa Bonelli, che ci regala un capolavoro dietro l'altro, tavola dopo tavola, con il suo tratteggio sempre elegante e potente.
Ultimo ma non ultimo è un numero importante per il lettore, che si ritrova a leggere un albo di alta qualità, sia per la sceneggiatura di Boselli che per i disegni.
Questo numero 130 è uno dei migliori albi del nostro Dampyr preferito che ho letto negli ultimi tempi, e non è affatto roba da poco.

Tornando all'uomo dietro la china, trovo il personalissimo stile di Alessio Fortunato parecchio adatto a rappresentare le atmosfere delle avventure di Harlan, e sono molto contento del suo esordio in Bonelli, dove sicuramente non mancherà di deliziarci gli occhi con altri albi.
Detto questo, però, mi tocca dire che mi fa un pò ridere vedergli appioppato l'appellativo di "emergente artista del fumetto" nelle note inziali, ma su questo meglio soprassedere.

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