6.11.10

Vita di corsia.


La mia cara nonnina è stata ricoverata in ospedale e stamattina sono andato a trovarla, per farle un pò di compagnia durante l'orario di visite.
Per lei nulla di grave, per fortuna, anche se i medici hanno ritenuto necessario tenerla ancora un pò sotto osservazione, in modo da fare tutte le analisi necessarie (è anche vero che l'ospedale è in una situazione alquanto delicata e ha quindi bisogno di un bel numero di pazienti al suo interno). Ormai era da parecchio che non mettevo piede in un ospedale ma, esattamente come l'ultima volta, la sensazione è stata esattamente la stessa.
Nella stanza occupata da mia nonna ci sono altre quattro vecchiette, ognuna con il proprio spazietto, le proprie abitudini e i propri acciacchi, ed è stato molto bello notare che nonostante tutto è lei quella messa meglio, anche se è pur sempre la più giovincella del quartetto.
E qui arriviamo dove voglio arrivare.

Io non voglio diventare vecchio.
Voglio dire, so che il tempo passa per tutti e chi ci arriva è pure fortunato, eppure preferirei fermarmi prima. E l'ospedale è il luogo che più di ogni altro alimenta questa mia riflessione.
Nella stanza di mia nonna c'è una vecchia che ormai non capisce più nulla: non parla, ha lo sguardo perso nel vuoto, non può alzarsi/muoversi/camminare e per mangiare deve aspettare che arrivi il figlio a imboccarla.
E' un'ameba in tutto e per tutto, e mentre la guardo mi domando se "vivere" in quello stato abbia un senso oppure no.
Dipendere da qualcuno per tutto mi seccherebbe veramente parecchio, ma non si tratta solo di questo. Certo, ci sono anche nonnetti quasi centenari (e ne conosco) che mantengono ancora una lucidità migliore della mia, e questa sì che è una bella figata, ma l'altra faccia della medaglia è ritrovarsi con uno che deve reggertelo quando vai a pisciare, nel migliore dei casi.

Strano come, con il passare degli anni, certe situazioni mi facciano sempre lo stesso effetto.

3 commenti:

Paul ha detto...

E' una sensazione condivisa.Piuttosto che diventare un vegetale preferirei buttarmi da un ponte. Il problema è che uno nella maggior parte dei casi non se ne accorge che sta diventando un vegetale. E a quel punto la cosa gli tange bel poco. Il problema è per chi resta, che si ritrova con un guscio vuoto con le sembianze del caro a cui voleva bene. Quella è la cosa più tragica.

Davide Demonico ha detto...

Parole sante.
Una cosa del genere non l'ho mai provata e neanche ci tengo più di tanto a farlo, a dire la verità.
Fatto sta che a una certa età, se le cose vanno malaccio, dovrò necessariamente inventarmi qualcosa.

Paul ha detto...

Beh, guarda il lato positivo, siamo giovani, quindi chissà che diavolerie si inventeranno ora della nostra vecchiaia. Magari ci sarà un robottino che si occuperà di tutto quanto.