7.10.11

Dici America...


Del DC Relaunch volevo già parlarne, ma visto che è per forza di cose un discorso che mi prende un sacco di tempo per cavarci qualcosa di sensato forse mi conviene prima sproloquiare a proposito dell'ultimo grande dibattito scaturito attorno ai fumetti DC, un dibattito che comunque affonda le radici in questo reebot deciso dalla casa statunitense.
La crisi c'è un pò dappertutto e quindi, per fargli fronte come meglio si può, occorre operare una vera e propria rivoluzione per rimediare milioni di nuovi (giovini) lettori, in modo da far schizzare le vendite e poter fare finta di essere ancora ben saldi nella Golden Age, dove i comics tutti rappresentavano una delle maggiori fonti d'intrattenimento per svariate generazioni, e un numero di Superman piazzato tra le edicole valeva quanto le mutandine di Pamela Anderson messe all'asta su eBay.

In quel di New York si saranno quindi arrovellati i capoccioni allo scopo di rispondere all'annosa domanda: "Cosa mai potremmo offire di mai visto in un comics ai giovinotti d'ultima generazione?". Me li sono immaginati tutti lì, seduti attorno ad una tavola rotonda per pochi eletti, tutti sudati, le cravatte allentate, i capelli scompigliati, tutti intenti a pensarle di ogni per tirare fuori l'idea migliore.
E ne vedo uno in particolare, il più scaltro della compagnia, che alzandosi di scatto, illuminato in volto, propone l'unico elemento capace, fin dall'alba dei tempi, di regolare il mercato e l'andamento della borsa: la Gnocc@.

E allora ecco una rinnovata Catwoman vista in un intenso amplesso con Batman, cosa che a molti è andata bene, ad altri è risultata indifferente e ad altri ancora li ha spinti a mettere mano a torce e forconi.
Perchè si sa, i fumetti amerrighani rispondono a un ben preciso codice, decisamente bacchettone, che impedisce di fare e mostrare determinate cose, e se proprio qualche dettaglio scabroso non può proprio mancare, a livello di storia, gli autori hanno il preciso compito di aggirare il codice di cui sopra con ogni mezzo a loro disposizione.
In tutto questo le indignazioni di femministe e non potrebbero quasi avere un senso logico, ma guardiamo insieme il motivo di tanto rumore:

La sequenza d'apertura, che vede la simpatica Gatta presa in tutti i suoi lati migliori ad eccezione del volto, e quindi proprio per questo giudicata troppo maschilista nell'approccio.


L'azione continua, passando dalle tette al lato b della nostra eroina. Il tutto, ovviamente, continuando a tenere ben nascosto il viso.

E alla fine della giostra, giusto per chiudere in bellezza, troviamo questa :

La dura vita del supereroe.
Penso di non sbagliarmi di parecchio dicendo che sia una delle tavole più brutte, e soprattutto inutili, mai apparse in un albo a fumetti. Tralasciando composizione, proporzioni e altri dettagli squisitamente tecnici...ma con quelle tute di pelle così aderenti il rischio di procurarsi ustioni da sfregamento non è a livelli altissimi?
Adesso, va bene che le femministe hanno sempre terra fertile su cui battagliare, e va bene anche che certe cose possano indurre in tentazione (?!) uno sprovveduto teenager, ma è soprattutto vero che siamo alle soglie del 2012, e che se un fumetto ha bisogno di una ventata d'aria fresca di certo non la trova in un paio di capezzoli su F4 liscio.

Per concludere, altrimenti rischio di diventare logorroico per davvero, l'unica cosa che mi viene da pensare è che tutti quelli che pensano che il linguaggio fumetto in Italia stia vivendo un periodo grigio forse non si sono ancora guardati bene attorno.

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