30.12.11

Notturno.


Strana e bella invenzione, il computer.
E' notte, sono quasi le tre, e a quest'ora, almeno teoricamente, dovrei starmene bello al calduccio sotto le coperte. E invece sono qui davanti, una parola dietro l'altra. Una lettera dietro l'altra.
Nonostante sia ora tarda nel mio palazzo c'è sempre qualcosa che si muove, e fino a una decina di minuti fa si sentivano chiacchiere allegre seguite da un viavai di ascensore. Un posto che non ti da proprio occasione di annoiarti, questo. Senza neanche addentrarci nello spaccato di varia umanità che è possibile ammirare al suo interno, ovviamente, che se dovessi farlo una notte sola mica mi basterebbe. Scrivere sta diventando sempre più uno sfogo, e la cosa più interessante e divertente è che non importa di cosa si scrive. L'importante è l'atto in sé, la sua esistenza.
I pensieri che girano e rigirano nella testa vogliono venire fuori, vogliono l'ora d'aria, e battono sulle tempie per manifestare il loro malcontento.
Se quello che sta venendo fuori stasera è un ammasso di frasi sconnesse e senza senso abbiate pietà, non riesco a dormire.
Che il sonno dei giusti mi stia abbandonando? Devo forse iniziare a preoccuparmi?
Magari lo farò, mi serve giusto il tempo di annotarmelo su un post it.
Prima dicevo dello scrivere. Bella valvola di sfogo. Con il disegno non posso permettermelo, quindi forse è proprio per questo che la cosa mi affascina di più. Due modi di raccontare, due modi di esistere, di creare, due vie parallele, entrambe piene di rischi ma tutte e due con un ottimo panorama che ti fa capire che qualsiasi insidia troverai nel tuo cammino varrà sempre la pena di superarla. Quando sono davanti alla tavola devo essere freddo e calcolatore, sempre attento, gli occhi sempre spalancati, i sensi sempre all'erta. Le linee precise, la modulazione del tratto, le matite che devono essere capite, la china che deve stare nei posti giusti e non deve strabordare. Un errore è un errore di troppo.
Con il foglio invece è diverso. Nessuna paura, nessuna preoccupazione, niente di niente. Tutto. E' sempre lì che ti aspetta, in qualunque momento e in qualsiasi situazione, sempre pronto ad ascoltare le tue confessioni, ad accogliere i tuoi deliri, i tuoi sogni, i tuoi progetti futuri, qualche rimpianto lasciato per strada, ammesso che ci siano, qualsiasi cosa tu abbia da dire, sensata o insensata che sia. E, cosa più importante, è l'unico dal quale puoi andare senza farti bestemmiare dietro se una notte non riesci a dormire. Sento che qualcosa che mi premeva dire mi stia in realtà sfuggendo, ma non importa, sarà per la prossima volta, per buona pace di tutti.

Strana invenzione il computer, dicevo prima, infatti per esempio questo fino a poco tempo fa era un foglio bianco, solo e vuoto, ancora destinato a qualcosa da raccontare, a ospitare qualcosa, mentre adesso ha fatto la sua storia.
Strano. E bello.

Forse adesso è meglio se torno nel letto a riprovarci, però, che dormire in piedi, ad occhi aperti, è un lusso che proprio non posso permettermi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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