22.5.10

[Cronache di viaggio] Nella pancia della bestia.


Prima di cominciare vorrei davvero sapere il perchè di tutte le affermazioni poco dignitose nei confronti dell'Alitalia.
Va bene che non ho mai preso l'aereo prima e quindi mi rendo conto che il mio parere conta fino a un certo punto, fatto sta che non mi sono trovato affatto male.
La tratta si fa velocemente, c'è un buon servizio a favore dei passeggeri, il personale è disponibile e lasciano pure i biscottini al limone, quindi proprio non capisco cosa vada di traverso a tutti i bastian contrari.

Preso il mio posto, rigorosamente vicino al finestrino, mi allaccio per bene la cintura e guardo il bruttissimo video di presentazione, che prepara psicologicamente (o almeno dovrebbe) ai possibili casi di emergenza e al corretto comportamento da tenere in situazioni del genere.
Sono affondato nel mio sedile, quando una voce avvisa di spegnere i cellulari e sistemarsi per bene.
La partenza è lenta ma si recupera presto.
Vedere le nuvole dall'alto è un'esperienza fantastica, è come ritrovarsi a guardare un deserto completamente bianco.
E quando al momento dell'atterraggio le orecchie partono e si cominciano ad intravedere prima le montagne e poi i tetti delle abitazioni è sensazionale.
L'atterraggio vero è un dosso dietro l'altro, e pensare che anche le piste degli aerei sono martoriate di buche mi ha rallegrato la giornata.
Il viaggio non dura molto, un'ora e mezza e metto piede in Belgio.

Sono a Bruxelles.

Vado a ritirare la mia valigia in un clima completamente nuovo.
L'aereoporto è un continuo di scale mobili, e bisogna farsene cinque per arrivare al parcheggio.

Sono a Bruxelles.
Esco dall'aereoporto e piove a dirotto.
Mi accorgo di essere l'unico senza giacca.

Lassù qualcuno mi vuole bene per davvero.

Continua...

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